Amore che torni

“Amore che torni” è il settimo album dei negramaro, pubblicato il 17 novembre 2017, a due anni di distanza da “La rivoluzione sta arrivando”.
Un disco intenso, che spazia con disinvoltura dal rock dell’Oxfordshire alle dolenti durezze newyorkesi fino alla tradizione dei grandi cantautori italiani.
Tra i brani presenti nell’album, i singoli “Fino all’imbrunire”, “La prima volta”, l’omonimo “Amore che torni” e “Per uno come me”.

Per celebrare N20, vent’anni di musica insieme alla band, una speciale ripubblicazione in vinile di “Amore che torni”, in edizione esclusiva e limitata.

Amore che torni
Amore che torni

““Amore che torni”: il racconto

Amore che torni

“Amore che torni”, il settimo album in studio.
Una risalita dolce dall’amarezza alla malinconia fino alla dirompente speranza, passando per tellurici e brevi momenti di rabbia.
L’album nei testi gioca di continui rimandi tra l’io e il noi, un manifesto di speranza interamente declinato al futuro che riesce a fotografare la realtà che ci circonda e le fragilità della condizione umana.
Un nuovo inizio per i negramaro che si sono riuniti dopo un momento di abbandono: un breve addio durato qualche mese, in cui la band si è sciolta definitivamente.

«È un disco che ha una luce incredibile che viene da un buco nero»

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Amore che torni

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“Questo disco ci è esploso in mano, subito dopo un riavvicinamento”: la band, infatti, si separò definitivamente per qualche mese. Una separazione senza litigi, senza chitarre spaccate in testa. Ognuno se n’è andato per la propria strada: chi si è sposato, chi è diventato genitore, chi ha vagabondato per una grande metropoli americana. Una separazione che ha portato poi a ritrovarsi e realizzare “Amore che torni”, un disco caratterizzato da una forte luce, potente come non mai. Il disco che racconta la band più di qualsiasi altro e li riguarda in maniera più personale… «è bello raccontare una crisi quando diventa questa cosa».

“Amor che torni” racconta la bellezza, parla di speranza assoluta, consapevole, mai in maniera nostalgica. “Torneranno i vecchi tempi con le loro camice fiammanti”, “Tornerà tutta la bellezza”, così si apre il disco con Fino all’imbrunire. Non è nostalgia, è una certezza: i negramaro in questo album non parlano di amore, ma parlano di bellezza. L’Amore con la a maiuscola è la forma d’amore che racchiude tutto il bello che può esserci nell’esistenza.

[/wdo_advance_tab_free][wdo_advance_tab_free wdo_tab_title=”NEW YORK E NOCCIOLA”]

New York e nocciola, la terza traccia del disco, è nata durante il periodo di separazione della band. In quei mesi, Giuliano Sangiorgi andò proprio a New York, da solo, in cerca di nuovi stimoli. «Alla fine ho respirato solo della gran solitudine pazzesca, come non ne avevo mai provata in vita mia», ed è sul ponte di Manhattan che è scoccata la scintilla, che è nata questa canzone in cui Giuliano racconta la sensazione che ha provato e che l’ ha portato a riflettere su un’immagine piena di umanità e priva di cinismo: due persone che stanno per affogare e si promettono, aggrappandosi a parole di speranza, un futuro al di là del mare, sulle coste.

In realtà, non c’è una singola canzone che non parli della crisi della band, tutto l’album racconta la vicenda nei testi, ma anche e soprattutto nella parte musicale.

[/wdo_advance_tab_free][wdo_advance_tab_free wdo_tab_title=”IL RIAVVICINAMENTO”]

Amore che torni

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È bastato un lampo per far finire tutto, per riaccendere la fiamma della band. Sono bastate poche parole, durante una cena tra Giuliano e Andro, una frase nello specifico e una canzone: «Senti, io avrei scritto questa: la vuoi ascoltare?

Il brano, che non è stato inserito nel disco, parlava di una bambina piccola. Racconta Giuliano: «A quel punto Andrea, un po’ commosso, mi fa: “Ma è dedicata a mia figlia che sta nascendo?” e io ne ero completamente all’insaputa. Ci siamo riabbracciati e da lì è rinata la band».

[/wdo_advance_tab_free][wdo_advance_tab_free wdo_tab_title=”LA TRILOGIA FINALE”]

Il brano la Prima volta è forse la chiave di tutto il disco. Apre una trilogia a sé stante, quella dei tre brani che chiudono il disco (L’ultima volta e Ci sto pensando da un po’). Tre brani che parlando fra di loro come un dialogo fra i negramaro su quello che c’è stato, quello che è successo e quello che succederà:

“E adesso non c’è niente al mondo
che possa somigliare in fondo
a quello che eravamo
a quello che ora siamo
a come noi saremo un giorno”

[/wdo_advance_tab_free][wdo_advance_tab_free wdo_tab_title=”L’ANIMA VISTA DA QUI DOCUFILM”]

Il docufilm “L’anima vista da qui” racconta i tre anni precedenti all’uscita dell’album: tre anni di vita della band, dalla genesi dell’album agli highlights del tour, dalle soddisfazioni personali come la nascita dei figli e al delicato momento vissuto dal chitarrista Emanuele Spedicato.

Semplicità, amicizia, amore e famiglia. Con un linguaggio schietto e moderno, fotogramma per fotogramma, si racconta la promessa del “sogno più lungo del mondo” e le emozioni vissute dalla band in questi tre anni di vita, attimi rubati in scenari completamente tra loro.

Nel film anche la partecipazione speciale di Alessandro Borghi, che recita il monologo scritto da Giuliano, in apertura e chiusura del documentario.

INTRO
Amore che torni

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COSA C’È DALL’ALTRA PARTE
Amore che torni

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PER UNO COME ME
Amore che torni

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PER UNO COME ME
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FINALE
Amore che torni

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[/wdo_advance_tab_free][wdo_advance_tab_free wdo_tab_title=”CONCEPT GRAFICO”]

Il concept grafico dell’album è una narrazione cromatica e visiva di scenari inediti, onirici, frammentati dal ricordo e dall’emozione: Amore come moto dell’Anima, come purezza del sentimento alla ricerca di un senso che si riflette su mondi dove tempo e spazio acquistano significati nuovi.

Amore che torni

L’interpretazione grafica della copertina racchiude in un unico simbolo gli elementi chiave del discorso musicale. Il logo è una sintesi del viso di Maria Sole, la nipote di Giuliano: uno sguardo “neutro” ma allo stesso tempo intenso e magnetico in cui si intravede uno scenario atmosferico caratterizzato da un sole ed un monte, aiutato dalla scelta cromatica che richiama la sfumatura dell’imbrunire.
La voce di Maria Sole è anche presente all’inizio e alla fine del disco: “Abbiamo voluto la voce di una bambina perché volevamo che ci parlasse del futuro. È un’ancora di salvezza, un faro, un nuovo inizio”.

Da un lato una bambina come metafora di purezza perduta. Parte istintiva, fanciullezza fonte di creatività, di stupore verso le cose; dall’altro gli animali: uccelli, ultimi dinosauri rimasti, mediatori fra il cielo e la terra, simbolo di nascita, di libertà, di interiorità, di ascesa spirituale. Legante tra i due simboli, un insieme di linee e punti, sintesi del volo.

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  • AMORE CHE TORNI

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    “Questo disco ci è esploso in mano, subito dopo un riavvicinamento”: la band, infatti, si separò definitivamente per qualche mese. Una separazione senza litigi, senza chitarre spaccate in testa. Ognuno se n’è andato per la propria strada: chi si è sposato, chi è diventato genitore, chi ha vagabondato per una grande metropoli americana. Una separazione che ha portato poi a ritrovarsi e realizzare “Amore che torni”, un disco caratterizzato da una forte luce, potente come non mai. Il disco che racconta la band più di qualsiasi altro e li riguarda in maniera più personale… «è bello raccontare una crisi quando diventa questa cosa».

    “Amor che torni” racconta la bellezza, parla di speranza assoluta, consapevole, mai in maniera nostalgica. “Torneranno i vecchi tempi con le loro camice fiammanti”, “Tornerà tutta la bellezza”, così si apre il disco con Fino all’imbrunire. Non è nostalgia, è una certezza: i negramaro in questo album non parlano di amore, ma parlano di bellezza. L’Amore con la a maiuscola è la forma d’amore che racchiude tutto il bello che può esserci nell’esistenza.

  • NEW YORK E NOCCIOLA

    New York e nocciola, la terza traccia del disco, è nata durante il periodo di separazione della band. In quei mesi, Giuliano Sangiorgi andò proprio a New York, da solo, in cerca di nuovi stimoli. «Alla fine ho respirato solo della gran solitudine pazzesca, come non ne avevo mai provata in vita mia», ed è sul ponte di Manhattan che è scoccata la scintilla, che è nata questa canzone in cui Giuliano racconta la sensazione che ha provato e che l’ ha portato a riflettere su un’immagine piena di umanità e priva di cinismo: due persone che stanno per affogare e si promettono, aggrappandosi a parole di speranza, un futuro al di là del mare, sulle coste.

    In realtà, non c’è una singola canzone che non parli della crisi della band, tutto l’album racconta la vicenda nei testi, ma anche e soprattutto nella parte musicale.

  • IL RIAVVICINAMENTO

    Amore che torni

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    È bastato un lampo per far finire tutto, per riaccendere la fiamma della band. Sono bastate poche parole, durante una cena tra Giuliano e Andro, una frase nello specifico e una canzone: «Senti, io avrei scritto questa: la vuoi ascoltare?

    Il brano, che non è stato inserito nel disco, parlava di una bambina piccola. Racconta Giuliano: «A quel punto Andrea, un po’ commosso, mi fa: “Ma è dedicata a mia figlia che sta nascendo?” e io ne ero completamente all’insaputa. Ci siamo riabbracciati e da lì è rinata la band».

  • LA TRILOGIA FINALE

    Il brano la Prima volta è forse la chiave di tutto il disco. Apre una trilogia a sé stante, quella dei tre brani che chiudono il disco (L’ultima volta e Ci sto pensando da un po’). Tre brani che parlando fra di loro come un dialogo fra i negramaro su quello che c’è stato, quello che è successo e quello che succederà:

    “E adesso non c’è niente al mondo
    che possa somigliare in fondo
    a quello che eravamo
    a quello che ora siamo
    a come noi saremo un giorno”

  • L'ANIMA VISTA DA QUI DOCUFILM

    Il docufilm “L’anima vista da qui” racconta i tre anni precedenti all’uscita dell’album: tre anni di vita della band, dalla genesi dell’album agli highlights del tour, dalle soddisfazioni personali come la nascita dei figli e al delicato momento vissuto dal chitarrista Emanuele Spedicato.

    Semplicità, amicizia, amore e famiglia. Con un linguaggio schietto e moderno, fotogramma per fotogramma, si racconta la promessa del “sogno più lungo del mondo” e le emozioni vissute dalla band in questi tre anni di vita, attimi rubati in scenari completamente tra loro.

    Nel film anche la partecipazione speciale di Alessandro Borghi, che recita il monologo scritto da Giuliano, in apertura e chiusura del documentario.

    INTRO
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    COSA C’È DALL’ALTRA PARTE
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    PER UNO COME ME
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    FINALE
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  • CONCEPT GRAFICO

    Il concept grafico dell’album è una narrazione cromatica e visiva di scenari inediti, onirici, frammentati dal ricordo e dall’emozione: Amore come moto dell’Anima, come purezza del sentimento alla ricerca di un senso che si riflette su mondi dove tempo e spazio acquistano significati nuovi.

    Amore che torni

    L’interpretazione grafica della copertina racchiude in un unico simbolo gli elementi chiave del discorso musicale. Il logo è una sintesi del viso di Maria Sole, la nipote di Giuliano: uno sguardo “neutro” ma allo stesso tempo intenso e magnetico in cui si intravede uno scenario atmosferico caratterizzato da un sole ed un monte, aiutato dalla scelta cromatica che richiama la sfumatura dell’imbrunire.
    La voce di Maria Sole è anche presente all’inizio e alla fine del disco: “Abbiamo voluto la voce di una bambina perché volevamo che ci parlasse del futuro. È un’ancora di salvezza, un faro, un nuovo inizio”.

    Da un lato una bambina come metafora di purezza perduta. Parte istintiva, fanciullezza fonte di creatività, di stupore verso le cose; dall’altro gli animali: uccelli, ultimi dinosauri rimasti, mediatori fra il cielo e la terra, simbolo di nascita, di libertà, di interiorità, di ascesa spirituale. Legante tra i due simboli, un insieme di linee e punti, sintesi del volo.

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